DALÌ A SIENA: DA GALILEO GALILEI AL SURREALISMO


 DALÌ A SIENA: DA GALILEO GALILEI AL SURREALISMO

La mostra “DALÌ A SIENA: DA GALILEO GALILEI AL SURREALISMO”, curata da Beniamino Levi, presidente di ‘The Dalí Universe’, espone oltre 120 fra le più importanti opere di Salvador Dalí scultore, illustratore e designer. L’obiettivo è far conoscere e apprezzare la poliedricità del maestro del Surrealismo che ha trasformato i concetti di spazio, tempo e gravità cari a Galileo Galilei. Infatti, lo scienziato toscano intuì per primo come lo spazio e il tempo non fossero riferimenti assoluti, influendo sull’animo sensibile di Dalì.

 

 

DESIGN

Nell’ampia produzione artistica attraverso cui si snoda la mostra, la sezione del design è di notevole interesse. Negli anni ’30, infatti, Dalì si mise in cerca di nuove modalità d’espressione. Egli conobbe Jean-Michel Frank, designer parigino, insieme al quale sviluppò svariati progetti. I due trasformarono oggetti pratici di uso quotidiano in qualcosa di stravagante e sbalorditivo, eliminandone il valore funzionale, ma conservando quello simbolico. Negli anni '90 un gruppo di esperti guidato da Oscar Tusquets si è proposto di realizzare i mobili disegnati da Dalí e Jean-Michel Frank. BD Barcelona si è occupata della loro produzione e della commercializzazione in esclusiva mondiale, garantita dalla Fondazione Gala Salvador Dali, responsabile per i diritti del pittore.

 

 

LAMPADA BRACELLI

 

La Lampada Bracelli è costituita da un piedistallo piramidale a zig-zag di legno, rivestito da una lamina sottile d’oro.

Il paralume è in tela di cotone e rayon color avorio. L’intera struttura è sorretta da una stampella. Quest’ultima, chiamata “gruccia” o “diabolo”, è simbolo della morte e della risurrezione ed è un elemento magico che offre sostegno, sicurezza e stabilità.

La Lampada Bracelli riprende lo stile adottato da Dalí per la sua casa a Portlligat.

 



LAMPADA CAJONES

 

 

La lampada Cajones è realizzata in legno di tiglio decolorato e verniciato e ha un paralume in raso costituito da lingerie color beige.

Alla base della lampada sono presenti 5 piccoli cassetti, richiamo all’influenza che Freud e la psicanalisi esercitarono sull’artista che affermò: “Il corpo umano è pieno di cassetti segreti che solo la psicanalisi è in grado di aprire”. I cassetti rappresentano desideri nascosti, la sensualità segreta delle donne e, inoltre, esprimono la nostra naturale tendenza a esplorare quanto vi è di chiuso.

Dalí li rappresenta spesso leggermente aperti, a suggerire che i segreti custoditi sono ormai noti e non vi è più bisogno di temerli.

 

 

 


  


TAVOLINO LEDA

 

Il Tavolino Leda è realizzato in ottone lucidato e verniciato e sostiene un uovo in marmo di Carrara.

Dalì decise di poggiare un uovo sopra il tavolo poiché attratto dalla sua dualità tra la parte esterna dura e quella interna molle, collegandolo alle immagini prenatali e simboleggiando la speranza e l’amore.

Inoltre, sin dal Rinascimento, l’uovo allude alla vita, al rinnovamento e alla perfezione divina.

 

 

 


 


SEDIA LEDA

 

La Sedia Leda è realizzata in ottone lucidato e verniciato e poggia solamente su 3 gambe. Tale scelta è motivata da Dalì stesso che afferma: "Una sedia può essere usata anche per sedersi, ma solo a una condizione: che ci si sieda scomodamente". Infatti, più che un mobile funzionale, è considerata una vera e propria opera d’arte. Tale sedia, insieme al Tavolino Leda, è tratta dal dipinto "Femme á la téte rose" del 1935.

 

 


 

 

 

DIVANO VIS A VIS

 

Il Divano vis a vis è costituito da una struttura in legno massiccio, rivestita da seta naturale color viola di Parma. Il coronamento superiore dello schienale è in fusione di ottone e presenta una mano femminile con un gioiello e una maschile con un orologio che abbracciano chi si siede. È uno dei tanti mobili surrealisti realizzati dall’artista spagnolo.

 

 

 

 

   

 

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Ritengo che la mostra su Salvador Dalì a Siena “Da Galileo Galilei al Surrealismo” sia molto interessante, non solo per gli appassionati d’arte. È un viaggio nel viaggio, alla scoperta di opere uniche, surreali ed evocative che accostano elementi scientifici a percorsi della psicanalisi in una cornice d’eccezione quale è il Palazzo delle Papesse. Qui soggiornò proprio Galileo Galilei che, dopo la condanna del Santo Ufficio, oltre alle osservazioni della luna dall’altana del Palazzo, perfezionò alcuni studi sulla meccanica.

Delle varie sezioni in cui è suddivisa la mostra, quella riguardante il design è molto intrigante e permette di comprendere la psicologia dell’autore dopo un’osservazione accurata di ogni opera. Infatti, così facendo, si scorgono dettagli che, in caso contrario, sarebbero sfuggiti al visitatore frettoloso e disattento.

Consiglio a chi ancora non avesse avuto la possibilità di visitarla di farlo al più presto, considerando il prolungamento del termine ad aprile 2022.

                                           

  

                                                                                                                                                                                         Nicolò Fusi                                                                                    

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