Queen of the Curve: l’innovazione firmata Zaha Hadid


 Per un solo istante vorrei catturare la vostra attenzione e fissarla sulla figura di Zaha Hadid, considerata la più importante rappresentante, in età contemporanea, dell’architettura declinata al femminile.  

Nata il 31 ottobre 1950 a Baghdad , in Iraq,  dopo aver studiato matematica a Beirut e architettura a Londra ha lavorato per alcuni anni a Rotterdam insieme ai suoi ex professori Rem Koolhaas e Elia Zenghelis. Nel 1980 ha fondato a Londra il suo studio di architetturaZaha Hadid Architects. Viene  considerata uno dei principali esponenti della corrente del decostruttivismo. Questo movimento, nato nel 1988 in reazione al razionalismo, si proponeva di de-costruire l’architettura, rinunciando alle forme geometriche tradizionali e ortogonali, per abbracciare invece di forme complesse, tagliate e deformate, volumi asimmetici e scultorei intersecati fra loro in modo apparentemente caotico. Muore il 31 marzo in Florida a soli 65 anni. 

Scopriamo finalmente la magia che si cela dietro al genio di questo architetto: 


Heydar
Aliyev Centre
 

Il centro culturale Heydar Aliyev a Baku in Azerbaijan costruito nel 2012,si compone di tre auditorium, una biblioteca e un museo. Questo edificio presenta una grande leggerezza accompagnata da una fluidità a dir poco magnifica.  È proprio la fluidità degli edifici di Zaha Hadid ad avermi fatto aprire gli occhi sul mondo dell’architettura…ma voglio mostrarvi altre perle che questa donna col tempo ha aggiunto alla sua collana. 

L’Opera House di Guangzhou 


inaugurata nel 2010, è uno dei tre teatri più grandi della Cina, costruito in stretta relazione con il Pearl River e con l’area del porto. La stessa struttura è stata concepita come due rocce bagnate dal fiume, due volumi spigolosi avvolti in una struttura portante di cemento, vetro e acciaio. 

 

The Opus 


La torre The Opus è uno
degliultimi progetti conclusi in ordine temporale da Zaha Hadid Architets, con il cantiere che cominciò nel 2012, terminato nel 2020. È una delle opere dal design più sperimentale per Zaha Hadid, costruita su un volume squadrato, che sfoggia su una facciata un vuoto al centro 


 mentre sull’altra due torri che si incontrano grazie a un ponte. Essendo un hotel, al suo interno sono presenti i mobili di Zaha Hadid Design. Peculiarità dell’edificio è l’assumere un volto diverso a seconda della prospettiva da cui lo si osserva. 

 

Una visione dell’architettura dettata da quello che per anni è stato considerato il “sesso debole”, ma Zaha Hadid ci dimostra la potenza che scaturisce dalla sinuosità dei suoi edifici. Progetti fuori dagli schemi che ci indirizzano ad una visione al quanto cinematografica. È la sua grande determinazione ad averla portata al successo nonostante le numerose critiche. Accusata infatti di progettare edifici più scenografici che funzionali. Ma è una conseguenza anche per il suo segno di rottura con l’architettura, per la sua continua sfida alle convenzioni che le permette di essere sempre riconoscibile in tutto quello che progetta. Una donna che con le sue idee e la sua forza di volontà è riuscita a sedersi come capotavola in una tavolata da sempre occupata da soli uomini”. 

Beatrisse Bibene 4E 

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