UNA VECCHIA STAZIONE DIVENUTA MUSEO: CAPOLAVORO O
DELUSIONE?
Si parla del museo
d'Orsay, ricavato dalla ristrutturazione della vecchia Gare d'Orsay, una delle
più importanti stazioni di Parigi, la cui edificazione risaliva al 1898 su progetto
dell’architetto Victor Laloux. Fino al 1939,
la stazione svolse un ruolo principale nella linea ferroviaria sud-occidentale
francese, ma, a causa dei crescenti disagi che la presenza dei binari andava
comportando allo sviluppo stradale dei quartieri meridionali, la stazione venne
soppressa nel 1939 e i suoi spazi conobbero le utilizzazioni più svariate (ad
esempio nel 1945 fu usata per il transito dei prigionieri di guerra) fino a
che, nel 1950, furono chiuse definitivamente le sue porte. Per questo motivo,
dopo la Seconda Guerra Mondiale, si pensò di demolirla per fare posto a edifici
contemporanei ma, Fortunatamente, l’edificio fu risparmiato grazie
all’intervento dei cittadini più illustri di Parigi. Così nel 1973 fu usata
come sede di una delle compagnie teatrali più famose di Parigi, la
Renauld-Barrault, e l’anno dopo come centro della casa d’aste Drouot.
Il Museo d’Orsay aprì ufficialmente le sue
porte il 1 dicembre 1986, dopo un grande restauro realizzato su progetto
dell’architetta italiana Gaetana Aulenti. Nel
progetto per la trasformazione in museo, Aulenti e il suo gruppo si posero,
come primo obbiettivo, quello di non sovrapporre la propria architettura a
quella originaria ma, al contrario, di interagire con essa. E lo stesso si
prefissarono di fare nell'uso dei materiali e nello studio dell'illuminazione.
Compito facile no?! Creare un museo sulla
struttura di una vecchia stazione, e mantenere l'identità di questa. Come lo
avranno affrontato?
La struttura è organizzata in modo da creare
vari percorsi espositivi sia in piano sia nello spazio, grazie a un ingegnoso
gioco di scale e rampe interne, ed è suddivisa su tre livelli: il piano terra,
un livello intermedio e il livello superiore, che si affaccia come una terrazza
su tutto il museo (tale scelta progettuale ha un triplice vantaggio: aumentare
gli spazi espositivi; differenziare fisicamente i diversi settori; consentire
vedute inconsuete degli stucchi originali del grande volume centrale). I
visitatori così possono percorrere in lungo e in largo tutti i livelli della
struttura, frequentare la biblioteca e il centro di documentazione audiovisivo,
o assistere alla serie di film d'arte e di documentari che quotidianamente
vengono proiettati.
A parole sembrano aver fatto un buon lavoro...
ma hanno fatto molto di più: il museo d'Orsay è diventato una delle gallerie
più famose al mondo. Certamente per via della sua collezione di opere
impressioniste e post-impressioniste, ma senza l'organizzazione di
Aulenti e i suoi, non avrebbe avuto lo stesso successo. Le opere qui presenti
si collocano tra due limiti storici: l'inizio della Seconda Repubblica francese
(1848) e l'inizio della Prima Guerra Mondiale (1914), andando in questo modo a
colmare la lacuna esistente tra la collezione del Louvre e quella esposta al
Museo Nazionale d'Arte Moderna, che si trova nel Centre Pompidou.
Inoltre, l'edificio si trova nel cuore della
capitale francese, lungo la Senna, di fronte ai giardini delle Tuileries ed a
pochi passi dal Museo del Louvre.
Sofia Posta
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